Cos’è la variante Delta Plus e perché è presto per fare allarmismi
Per quanto la variante Delta Plus del nuovo Coronavirus emersa in India sia stata classificata dalla Sanità locale come preoccupante (VOC), non vi sono sufficienti informazioni per ritenere che lo sia davvero. Men che meno che sia significativamente importante rispetto alle altre già note. Recentemente giungono nuove segnalazioni riguardo al lignaggio AY.1, che risulta essere la stessa variante Delta con una ulteriore mutazione, la K417N, studiata per la prima volta nella variante Beta (sudafricana) e in altri mutanti noti. Se la variante Delta (lignaggio B.1.617.2) è considerata ormai di maggiore preoccupazione (VOC), per via delle mutazioni T487K e L452R nel suo corredo genetico; i lignaggi partiti dall’india col doppio mutante L452R e E484Q rientrano invece nella variante K, considerati di interesse (VOI), mostrando infatti meno indizi di una maggiore trasmissibilità e/o possibilità di eludere le difese immunitarie.
È plausibile che K417N permetta al virus di legarsi meglio ai recettori delle nostre cellule polmonari per infettarle. Avevamo già visto in un report di Science anche una potenziale associazione con la resistenza agli anticorpi monoclonali, assieme ad altre mutazioni sotto osservazione, quali Y453F e N439K, trovate in altre varianti. Al momento parliamo di un mutante trovato in appena 40 campionamenti, sparsi in sei distretti di tre stati indiani: Maharashtra, Kerala e Madhya Pradesh. Di questi almeno 16 sono stati registrati nella prima regione, tra le più colpite dalla pandemia. Sono stati trovate tracce della nuova variante anche in USA, Regno Unito, Portogallo, Svizzera, Giappone, Polonia, Nepal, Russia e Cina. Non di meno, gli esperti fuori dall’India hanno messo in dubbio la classificazione di Delta Plus tra le VOC.
«Non ci sono ancora dati a supporto – spiega la virologa indiana Gagandeep Kang alla BBC – Hai bisogno di informazioni biologiche e cliniche per considerare se si tratta veramente di una variante di preoccupazione».
Oltre alla questione della maggiore trasmissibilità, quando emerge una variante ci si chiede anche se sarà in grado di eludere le difese immunitarie, in special modo quelle suscitate dai vaccini. Al momento anche per le VOC riconosciute in Europa e USA non sono emersi abbastanza dati per ritenere che possano bucare significativamente l’efficacia dei vaccini, anzi, ovunque si raccomandano campagne vaccinali mirate e veloci, proprio contro le varianti. Lo stesso discorso vale per la variante Delta. A maggior ragione ha senso non ritenere al momento che la Delta Plus possa rappresentare una minaccia ulteriore.
Foto di copertina: EPA/PIYAL ADHIKARY | A woman receives a COVID-19 vaccine shot during a vaccination drive in Kolkata, Eastern India, 22 June 2021. According to the Union health ministry, eight million doses were administered across the India on the first day of the revised guidelines for Covid-19 vaccination program.
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